di Giulia Giuradei
Il Covid è arrivato e ha stravolto la vita di tutti. Per la maggior parte delle persone, è stato un periodo buio, di grande incertezza e diffi coltà, ma incredibilmente, a me ha salvato. Prima della pandemia, non avevo ben chiaro quale strada professionale intraprendere un giorno; le opzioni erano molteplici, ma nessuna mi aveva mai “chiamata” con un’urgenza così forte. La chiusura forzata mi ha riportata a casa, a contatto con le nostre tradizioni, e stando qui, giorno dopo giorno, ho riscoperto il vero valore della nostra azienda.
Ho imparato a prendermi cura degli animali, ho imparato a mungere, e sono entrata davvero nell’ottica della stalla e dell’azienda agricola. Questa visione, acquisita sul campo, mi ha aiutato anche a guardare le pagine dei libri di studio con una prospettiva pratica completamente nuova.
Mentre mi dedicavo agli animali, l’interesse per la zootecnia si è trasformato in una vera e propria passione, dandomi una nuova prospettiva per il futuro e un legame più solido con la mia famiglia. Se per molti quel periodo è stato grigio, per me è stato il trampolino di lancio verso la mia strada.
COME NASCE E SI SVILUPPA LA VOSTRA AZIENDA?
L’azienda Giuradei non è nata dove si trova oggi. La nostra storia inizia con mio nonno, che ha avuto il coraggio e la lungimiranza di investire in questa attività. Lui ha trasmesso la sua passione a mio padre, Fausto, e a mio zio, Carlo. Negli anni ’80, le aziende agricole erano ancora spesso integrate nei centri abitati, ma l’ampliamento e la crescita ci hanno imposto una scelta radicale. Così, nel 1990, mio padre e mio zio hanno deciso di spostarsi fisicamente.
Sono partiti dal centro del paese per arrivare qui, in quello che all’epoca era solo un vasto campo vuoto. Hanno costruito tutto da zero: la stalla, i ricoveri, e persino la nostra casa. È stato un sacrificio che mi riempie di ammirazione ogni giorno. Loro hanno costruito la struttura fisica e il valore dell’impresa, e ora tocca a noi figli portare l’azienda nel futuro.
Mio padre spera che io e mio fratello, Gabriele, portiamo avanti l’azienda, e in un certo senso, lo stiamo già facendo. Gabriele ha quindici anni e, pur concentrandosi sulla scuola, è sempre pronto a dare una mano, dimostrando una dedizione naturale. Io, dopo aver concluso la scuola di agraria, ho deciso di iscrivermi all’università di Scienze delle Produzioni Animali. Non mi limito a studiare: mi impegno ogni giorno per portare in azienda, tra i nostri animali, tutte le competenze pratiche e teoriche che acquisisco tra i libri e in aula.
IN CHE MODO GUARDI IL SISTEMA COOPERATIVO?
Il mio percorso di studi e la mia esperienza in azienda mi hanno mostrato l’importanza di non agire da soli. Ho sempre partecipato con grande entusiasmo alle iniziative delle cooperative. Mi affascina il concetto di “unione che fa la forza”, di vedere come tante persone, ognuna con la propria realtà e le proprie sfide, possano unirsi per costruire qualcosa di grande.
A giugno ho avuto la possibilità di fare uno stage nel mangimificio cooperativo di Comazoo, un’esperienza pratica che ha confermato questa mia visione. Lì ho potuto vedere dall’interno come la teoria del “gruppo d’acquisto” si traduce in un beneficio economico e gestionale diretto per tutti i soci.
Ma il mio interesse va oltre il mero vantaggio economico. Amo confrontarmi con gli altri, sentire idee diverse, apprendere metodi innovativi ed esperienze concrete. Questa contaminazione di informazioni, che vivo sia nel sistema scolastico che in quello cooperativo, è ciò che mi arricchisce maggiormente. Lavorare insieme significa avere più prospettive e, in definitiva, prendere decisioni migliori.
Partecipo attivamente alle iniziative delle cooperative proprio perché sono convinta che il confronto sia la chiave per crescere.
IN CHE MODO VEDI IL FUTURO DEL SETTORE AGRO-ZOOTECNICO?
In merito all’innovazione, c’è ancora molta strada da fare, ma la stiamo percorrendo attivamente. Mio padre è un sostenitore convinto del progresso e sa che la tecnologia è la chiave per la sostenibilità economica futura. Da alcuni mesi abbiamo installato dei collari per il monitoraggio dei nostri animali.
Questi strumenti ci forniscono dati preziosi in tempo reale: rilevano i calori, monitorano l’attività ruminale e ci danno informazioni cruciali sulla salute del singolo capo. Stiamo ancora imparando a decifrare e gestire questa mole di dati, ma il nostro obiettivo è chiaro: utilizzare queste informazioni per rendere la gestione della mandria più precisa ed efficiente e per individuare la prossima mossa strategica in termini di investimento. Come giovane imprenditrice e studentessa, ho un grande desiderio: che le cooperative diano sempre più importanza ai giovani. A volte le nostre idee sembrano azzardate o incomprensibili, ma con le giuste attenzioni e un buon tutoraggio, possiamo portare un contributo fondamentale all’innovazione. L’idea tradizionale è sempre la base, ma è necessario adattarla al contesto attuale. Il mondo, la tecnologia e l’ottica generale sono cambiati, e solo con le nuove idee possiamo continuare a crescere.
Apprezzo e rispetto la mentalità delle generazioni che mi hanno preceduto, ma portare avanti i valori non significa tappare le ali al progresso. Come dice mio padre, “La passione dei giovani non va mai spenta, va solo indirizzata”. E io sono pronta a farmi guidare.
Infine, spero che il mio esempio possa servire a normalizzare un concetto: il ruolo di una ragazza o di una donna nella gestione di una stalla. Vorrei che non fosse più un evento raro, ma una cosa quotidiana e normale. Noi siamo qui, siamo appassionate e siamo pronte a portare avanti l’impresa di famiglia con la stessa dedizione e con uno sguardo rivolto all’innovazione che ci aspetta.
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