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SUINETTI: ENTERITE POST SVEZZAMENTO

SUINETTI: ENTERITE POST SVEZZAMENTO

Di Stefano Gandellini

Nel mese di Dicembre, presso Comazoo, si è tenuto un meeting tra tra veterinari suiatri di Brescia e province limitrofe, per un confronto rispetto ad un approccio multifattoriale alle problematiche enteriche post svezzamento del suinetto.

Ormai da anni ci viene continuamente chiesto di non aumentare il consumo di antibiotici, anzi di diminuirlo. Dal 26 giugno 2022, è vietato l’uso dell’Ossido di Zinco, che a dosaggi terapeutici forma una barriera di protezione per l’intestino e favorisce lo sviluppo delle cellule mucipare migliorando l’assorbimento intestinale, creando purtroppo problemi di inquinamento. Dai dati del 2021 in Europa, la mortalità post svezzamento è salita a valori precedenti all’utilizzo del vaccino contro P.C.V.2 (dal 4% al 6% con una mortalità globale che si attesta al 10%). 

 

Quindi, quali misure ci possono aiutare a controllare la Diarrea Post-Svezzamento ? 

Innanzitutto consideriamo il periodo di allattamento, poiché chi ben inizia è a metà dell’opera. Suinetti sottopeso alla nascita: passando da un peso alla nascita di 1,8 Kg a 1 Kg l’incremento giornaliero post svezzamento cala di circa 5 gr/giorno ogni 100 gr di diminuzione del peso alla nascita; inoltre, suinetti con peso alla nascita sotto 1,1 Kg hanno un aumentato rischio di sviluppare l’enterite. 

Evitare l’ipotermia, confinando soprattutto i suinetti sottopeso in una scatola o cassetta posizionata sotto una lampada a 34°C. Viene consigliato, poi, lo Split Nursing cioè la separazione dal resto della figliata dei suinetti nati per primi invertendo i capezzoli ai quali sono attaccati. In questo modo, i suinetti nati sottopeso e per secondi avranno più possibilità di ingerire colostro. Tale pratica si svolge il primo giorno e le prime 12 ore dal parto poiché è solo in questo momento che la parete intestinale è permeabile agli anticorpi.

Una buona assunzione di colostro (250 gr. al giorno) protegge non solo dalla Diarrea Neonatale, ma ha anche effetti sulla riduzione della mortalità post-svezzamento. La concentrazione di immunoglobuline nel colostro passa da 130 gr / litro di colostro a 30 gr nelle prime 24 ore dopo il parto, ma si attesta sui 10 gr/litro latte fino alla fine della lattazione. 

Si è visto che l’iniezione di un antibiotico a lunga durata di azione modifica il microbiota intestinale per un periodo anche di 5 settimane. Effettuare una corretta profilassi dell’anemia. La carenza di ferro (il suinetto ha scorte per massimo 4-5 giorni) ma anche l’eccesso di ferro, specie se somministrato troppo presto (non prima del terzo giorno) inducono infiammazione intestinale e ne aumentano la permeabilità.

I suinetti nascono infatti con riserve di ferro minime (40 mg) e pure il latte è povero di ferro. Tale bassa concentrazione è un meccanismo naturale di difesa. Quindi, un’integrazione di ferro prematura ed eccessiva può avere conseguenze negative sulla salute dei suinetti. 

 

L’assunzione di cibo solido

Consideriamo l’assunzione di cibi solidi prima e dopo lo svezzamento. L’obiettivo è quello di massimizzare l’ingestione del mangime sottoscrofa per preparare il suinetto a digerire un alimento solido diverso dal latte materno. Pertanto deve essere sufficientemente simile per far concorrenza al latte e sufficientemente diverso per preparare il suinetto allo svezzamento.

Il suinetto, allo svezzamento, non trova più il latte materno e smette di mangiare; questo cambio di dieta in qualità e quantità, associato allo stress del momento, provoca una riduzione in altezza e spessore dei villi intestinali (producono enzimi digestivi e assorbono l’alimento) che dopo un giorno si sono già dimezzati in altezza e tale condizione può perdurare anche una decina di giorni. Nello stesso momento e per gli stessi motivi si crea un dismicrobismo intestinale, cioè la flora microbica si altera e non è più in equilibrio favorendo la proliferazione di patogeni enterici. Ecco perché la Diarrea Post Svezzamento compare più frequentemente nei primi 10 giorni.

Suinetti che colpiscono con il muso i coetanei e ne succhiano l’ombelico alla ricerca del capezzolo della madre sono indicativi di animali non abituati a mangiare mangime sottoscrofa; infatti, in un’altra prova di campo si nota come, passando da una età di svezzamento di 22 giorni a un’età di 28 giorni, il riflesso di suzione dell’ombelico passa da un 15% all’1% e la perdita di peso dei suinetti nella prima settimana dallo svezzamento scende da un 17% a poco più dell’1%.

 

Il digiuno

Più il digiuno è prolungato e più probabile è grave sarà la diarrea. Quindi, la prima settimana dopo lo svezzamento è la più importante. Qualsiasi accorgimento che favorisca il consumo di mangime, come ad esempio la facilità al ritrovamento, il tipo di mangiatoia, il suo posizionamento e l’acqua sempre a disposizione, è da attuare. Più mangiano e più il microbiota migliora. 

Per quel che riguarda la dieta, alti livelli di proteina nel mangime aumentano la percentuale di substrati indigeriti disponibili per la fermentazione dei batteri patogeni nel lume intestinale con l’aumento di metaboliti tossici. Contemporaneamente si alza il pH dello stomaco e dell’intestino con riduzione dei villi intestinali. Il risultato è un aumento della probabilità di comparsa della diarrea. 

 

Le fonti alimentari

Anche fonti proteiche diverse possono avere un’incidenza diversa sulla diarrea post svezzamento. La qualità della fibra aumenta l’altezza dei villi intestinali migliorando le funzioni digestive dell’intestino, la barriera mucosale e l’integrità epiteliale.

La fonte dei carboidrati può avere un impatto diverso sulla formazione di amine biogene. Per esempio, diete a base di riso o avena ne producono meno della metà rispetto a diete a base di frumento. 

I grassi utilizzati nella dieta post svezzamento devono essere facilmente digeribili. Quindi, considerando i diversi componenti della dieta, evitare cambi bruschi di alimentazione. 

Infine, gli ingredienti nei mangimi hanno una capacità tampone diversa tra loro soprattutto più alta per le fonti proteiche. Immediatamente dopo lo svezzamento la capacità tampone dovrebbe essere inferiore a 250/300 meq/Kg. Ciò si traduce in un basso pH dello stomaco, che funge da barriera naturale, evitando ai patogeni di raggiungere l’intestino. Inoltre, un basso pH dello stomaco ha un effetto positivo sulla digestione delle proteine. Comunque acidificanti ed enzimi possono aiutare.

 

L’igiene

Prendiamo ora in considerazione l’igiene sia ambientale delle superfici sia dell’acqua di bevanda. Vorrei ricordare, a tal proposito, che i batteri tendono a formare Biofilm, cioè ad unirsi in colonie di crescita protetti da matrici organiche di produzione batterica talmente adese da impedire a volte la penetrazione all’interno persino agli antibiotici e ai disinfettanti.

Ricordarsi di far asciugare le superfici trattate. L’umidità aumenta la percezione di freddo. Il freddo è da evitare, anzi, il preriscaldamento degli ambienti è imprescindibile, cercando di mandare in temperatura anche le pareti dei locali. 

Ad esempio, con una differenza di temperatura misurata di 3°C tra l’aria ambientale e la parete del locale, il cambiamento di temperatura effettiva sarà di -1,5°C, ma se la differenza è 13°C la percezione della temperatura per i suinetti sarà di -7°C. Considerando la possibilità di immunizzazione attiva dei suinetti nei confronti di E. coli, al fine di ridurre la Diarrea post Svezzamento sia moderata sia grave. 

 

Vaccino

Un vaccino vivo, non patogeno, in sospensione orale a partire dai 18 giorni di età dimostra un miglioramento dell’I.C.A., dell’incremento giornaliero, un dimezzamento della mortalità e un netto calo dei giorni di trattamento con antibiotici. L’immunità insorge dopo una settimana e dura 3 settimane dopo la vaccinazione coprendo abbondantemente i 7-10 giorni critici post svezzamento. Non somministrare il vaccino in concomitanza a trattamenti antibiotici. Non si può comunque prescindere da una corretta diagnosi dei patogeni presenti. 

 

In conclusione la prevenzione della diarrea deve comprendere diversi ambiti di azione:

  • Buon management dal primo giorno di vita; 
  • Introduzione precoce della dieta solida; 
  • Mangime di qualità utilizzando aiuti come acidi organici, enzimi, etc.; 
  • Sistemare i suinetti in condizioni ambientali corrette; 
  • Buona immunizzazione e corretta diagnosi delle cause di mortalità.

 

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