Di Stefano Gennari – Dottore Magistrale in economia
La congiuntura attuale pone le imprese nella quotidiana condizione di cogliere e gestire con rapidità continue sfide legate al mutare del contesto di riferimento. Tutto ciò obbliga gli imprenditori ad affinare competenze, strumenti di analisi dei principali accadimenti aziendali e, stante anche i cambiamenti intervenuti anche nel mercato del lavoro, verificare l’adeguatezza della propria organizzazione e gestione del personale.
Un tratto comune a imprese e banche è la progressiva importanza assunta dal volgere lo sguardo al futuro al fine di anticipare trend e scenari attesi così da cogliere la direzione dei cambiamenti in atto. Ciò presuppone che va sviluppata una cultura aziendale all’insegna della agilità e flessibilità organizzativa in modo da affrontare il susseguirsi di cambiamenti decisamente più rapidi rispetto al passato.
È tale il livello di volatilità, incertezza e complessità dei mercati che l’obiettivo consiste nel lavorare per farsi trovare preparati al cambiamento. Questo richiede una attitudine e uno sguardo sempre rivolto al futuro. L’incertezza verso il futuro impone – non depotenzia – l’importanza della pianificazione, programmazione e controllo e quindi le competenze e la cultura aziendale rivestono ancor più che in passato il fattore critico di successo.
Per tutte queste ragioni, CIS, Koinon (l’ente di formazione di Confcooperative) e BCC del Garda hanno deciso di potenziare con la seconda edizione il percorso formativo
“Imprese per il Futuro” a cui, tra i partecipanti, si ha incontrato ampia adesione da parte sia di cooperative che di imprenditori agricoli.
Nei quattordici incontri si è avuto modo di presentare un’articolata visione delle molteplici complessità aziendali, così da offrire un quadro d’insieme necessario a sviluppare chiavi di lettura che tengano conto delle interconnessioni tra i diversi ambiti di analisi e intervento.
Il tutto poi è stato calato nel mutato contesto regolamentativo che impone agli istituti bancari di valutare la progettualità e la capacità di rimborso delle imprese che intendono affidare, superando definitivamente l’attenzione ai soli dati consuntivi e alla presenza di adeguate garanzie reali. In effetti, a seguito delle crisi succedutesi a partire dal 2008, (crisi che portò a una forte diminuzione del valore dei beni a garanzia), le banche devono valutare prevalentemente la capacità di produrre reddito da parte delle imprese (presupposto per il rimborso dei prestiti) e la situazione finanziaria del cliente.
Il clima attuale d’incertezza condiziona la concessione di prestiti per investimenti a medio lungo termine e, in generale, è necessario che le imprese sistematicamente operino un corretto utilizzo degli strumenti concessi al fine di non incorrere in anomalie o segnalazioni in Centrale Rischi che peggiorano o addirittura possono estromettere le imprese dal mercato del credito. In una simile prospettiva diventano sempre più importanti tutte le azioni che possono aumentare conoscenza e fiducia reciproca, così da sviluppare una collaborazione all’insegna della trasparenza e della gestione preventiva delle singole necessità.
Le difficoltà economiche, le sfide legate ai cambiamenti climatici e le specificità del comparto rendono necessario un adeguato supporto finanziario per le imprese agricole, che spesso incontrano difficoltà nell’accesso al credito rispetto ad altri settori economici.
L’accesso al credito bancario per le aziende agricole italiane rappresenta un tema di fondamentale importanza per crescita, sostenibilità e competitività del settore. Tuttavia molte banche tendono in questa fase a essere più caute nel concedere finanziamenti alle aziende agricole a causa dei rischi percepiti, che includono il rischio ambientale ai cambiamenti climatici e a rischi legati alla volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli con conseguenti difficoltà di prevederne i flussi di cassa.
Le aziende agricole italiane, specie quelle di più piccole dimensioni, in questo contesto si trovano quindi spesso in difficoltà nell’accesso a tale credito; per superare queste difficoltà, sono stati sviluppati vari strumenti di supporto per agevolarle nell’accesso al credito.
Ad esempio tra questi si ricorda che le imprese agricole socie di cooperative aderenti a Confcooperative, possono richiedere a Cooperfidi Italia la concessione di garanzie che riducendo il rischio assunto dalle banche, incentivano loro a concedere prestiti a costi più contenuti. In tale contesto le Banche di Credito Cooperativo giocano un ruolo cruciale nell’assicurare il finanziamento alle aziende agricole in quanto istituti più radicati nel territorio, sono spesso in grado di offrire soluzioni finanziarie pensate specificamente per essere rispondenti alle esigenze delle piccole aziende agricole locali.
Il comparto agricolo, ritenuto tra i più tradizionali, sta in realtà fortemente innovando: l’adozione di tecniche moderne di agricoltura di precisione, la possibilità di monitorare in tempo reale la salute delle coltivazioni e in allevamento, lo sviluppo di filiere (molto spesso cooperative) in grado di supportare nelle diverse fasi produttive lo sviluppo della gestione aziendale. Tutti elementi che, anche in termini di impatti ambientali e sociali, vanno correttamente comunicati all’esterno compreso agli istituti finanziari.
Del resto è ormai chiaro che anche saper comunicare rappresenta uno di quei fattori critici di successo (richiamati più volte durante il percorso “Imprese per il Futuro”) che occorre sviluppare in ottica di gestione moderna e manageriale delle imprese agricole.
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