di Stefano Mollenbeck – Agente procuratore assicurativo
Le aziende agricole che operano nel settore zootecnico affrontano ogni giorno sfide complesse, tra cui quella, cruciale, della salute degli animali. Le malattie del bestiame possono compromettere gravemente la produttività, determinare perdite economiche ingenti e, nei casi più gravi, portare all’abbattimento forzato degli animali. In questo contesto, la tutela sanitaria degli allevamenti non è solo una questione veterinaria, ma anche economica e sociale.
Per sostenere gli allevatori e mitigarne i rischi, esistono strumenti assicurativi specifici e misure di sostegno pubblico. In Italia, uno dei principali strumenti è rappresentato dalle polizze agevolate previste dal Piano di gestione dei rischi in agricoltura, cofinanziato dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) e dallo Stato italiano.
Le polizze assicurative per il bestiame coprono diverse tipologie di eventi: malattie infettive e parassitarie, mortalità improvvisa, incidenti, e obblighi di abbattimento imposti dalle autorità sanitarie. Queste coperture consentono agli allevatori di ottenere un indennizzo proporzionale al valore degli animali perduti o ai danni subiti, limitando l’impatto finanziario delle emergenze sanitarie.
Una parte significativa del premio assicurativo può essere coperta da contributi pubblici. Infatti, attraverso i fondi del PSRN (Programma di Sviluppo Rurale Nazionale), lo Stato italiano eroga contributi fino al 70% del costo delle polizze, rendendo l’assicurazione più accessibile anche per le aziende di piccole e medie dimensioni. Le domande di contributo vanno presentate tramite il portale dell’AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), seguendo procedure annuali ben definite.
Oltre alle polizze, il Ministero dell’Agricoltura può attivare interventi straordinari in caso di emergenze sanitarie particolarmente gravi, come avvenuto per la peste suina africana o l’influenza aviaria. Tali misure comprendono indennizzi diretti per l’abbattimento degli animali, aiuti per la biosicurezza, contributi per la ripresa dell’attività produttiva e sospensioni fiscali e previdenziali.
Tuttavia, la prevenzione resta lo strumento più efficace. Investire in biosicurezza, tracciabilità e formazione del personale riduce significativamente la probabilità di insorgenza e diffusione delle patologie.
In conclusione, la tutela delle aziende agricole contro le malattie del bestiame passa da una strategia integrata che unisce prevenzione, assicurazione e sostegno pubblico. Solo così è possibile garantire la continuità produttiva delle imprese, la sicurezza alimentare e la salute del patrimonio zootecnico nazionale.
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