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PENSIERI E PAROLE – Il seme della cooperazione e i frutti dell’innovazione

di Emilio e Fabio Baresi
Emilio e Fabio Baresi sono due imprenditori agro zootecnici di Lonato. Dal 2015 Fabio è entrato nell’azienda di famiglia portando un’innovazione non indifferente per un’azienda storica, tanto da essere stata uno dei punti di riferimento del sistema cooperativo nascente nel 1970.

Fotografia dall’archivio CIS che ritrae la famiglia Baresi.

La parola a Emilio

IL NOME DELLA VOSTRA AZIENDA RISUONA SPESSO QUANDO SI PARLA DELLA STORIA DELLE COOPERATIVE, QUAL È IL PRIMO RICORDO LEGATO AL SISTEMA COOPERATIVO?

Il mio primo ricordo del sistema cooperativo, sono una serie di riunioni che risuonavano tra le mura della nostra azienda. Mio padre Angelo Baresi, con la sua visione e la sua tenacia, si prestò con altri agricoltori volenterosi del territorio per dare il via a questo progetto ambizioso, raccogliendo i prodotti per la semina e gettando le basi per quella che sarebbe diventata la prima cooperativa agricola di Lonato. Un piccolo seme piantato con l’intento di crescere e di estendersi, senza prendere in considerazione la potenzialità di dare inizio a quello che sarebbe successo di lì a poco, dando il via ad altre importanti realtà del territorio.

Le prime discussioni, cariche di speranza e di impegno, si svolgevano in un luogo semplice e autentico. Insieme alla lungimiranza della Dottoressa Baiatini e alla concretezza del Signor Antonangeli, si definirono i contorni di un’idea che prendeva forma giorno dopo giorno. Ben presto, il cuore operativo si spostò a Lonato, ma le riunioni continuarono a peregrinare tra le cascine.

Anche le prime consegne di Comab Famiglia avevano un punto di partenza a noi familiare: la nostra casa. Mia madre, Binetti Francesca (conosciuta come Baresi Francesca), ne era parte attiva, testimoniando fin da subito il forte legame tra la famiglia e il progetto cooperativo nascente. I miei fratelli Pierino ed Efrem che ne fu in seguito un fiero consigliere, portando avanti con dedizione gli ideali dei fondatori trasmessi da nostro padre.

Un aneddoto che serbo nel cuore racconta di mio padre che, in sella alla sua bicicletta, raggiungeva la “bettola” armato solo di un vecchio block notes. Con quello strumento semplice, animato da un forte senso di comunità e dalla volontà di stare insieme, nacque Gardalatte. Un tempo in cui un pezzo di carta e la forza dell’unione bastavano per realizzare grandi cose. Oggi, in un’epoca di maggiore individualismo, sembra quasi paradossale pensare che un tempo si costruivano grandi cose da piccoli strumenti, guardandosi negli occhi. Nonostante i cambiamenti dei tempi, la mia fiducia nei giovani per il futuro delle cooperative rimane incrollabile.

I primi passi di questa avventura cooperativa videro la nostra azienda come un punto nevralgico per incontri e prime consegne. Tuttavia, anche Sedena divenne presto un importante centro di smistamento, testimoniando la crescita e l’organizzazione che Comab stava rapidamente acquisendo.

Mio padre, Baresi Angelo, è stato un socio fondatore di Comab e Gardalatte. La sua prematura scomparsa a soli 47 anni lasciò un vuoto incolmabile, ma io e i miei fratelli Efrem e Pierino abbiamo raccolto la sua eredità, portando avanti con orgoglio l’azienda di famiglia. Oggi, sono felice di vedere che mio figlio Fabio ed io abbiamo preso le redini dopo il pensionamento dei miei fratelli, continuando la tradizione con impegno e dedizione.

A volte mi soffermo a riflettere su quanto i nostri genitori siano stati capaci di costruire per noi, fondando cooperative che hanno rappresentato e rappresentano ancora oggi un sostegno fondamentale per la comunità agricola. E mi chiedo: noi, cosa stiamo facendo per i nostri figli? Noi le cooperative le abbiamo create, ora i più giovani devono nutrire riconoscimento verso la risorsa di cui dispongono attraverso la responsabilità di una partecipazione attiva al fine preservare quanto è stato fatto negli anni. Sapere che la nostra azienda ha ospitato la nascita di una cooperativa così importante e che nostro padre ne è stato un pilastro è motivo di profonda gratificazione.

Ad oggi, constatare che nonostante periodi difficili, la cooperativa rimane una costante, un punto di riferimento solido per gli agricoltori, è la prova tangibile che il sistema cooperativo conserva intatte le potenzialità che ne hanno sancito la nascita. Un monito e una speranza per il futuro.

Scorcio della stalla con le fasce in acciaio sotto la rastrelliera.

La parola a Fabio

COME LA DIGITALIZZAZIONE HA INFLUITO SULL’AZIENDA?

Oggi abbiamo 200 bovine in lattazione, e se un tempo ero titubante di fronte a tutta questa tecnologia; la cucina robotizzata, i sensori sui collari, posso dire che i risultati ci sono, eccome! Per noi era un tabù, qualcosa di nuovo e quasi spaventoso, ma abbiamo capito che abbracciare il futuro è l’unica via per crescere.

Oggi un’azienda agricola ha bisogno quasi di una figura fissa, impiegata tutto il giorno al computer per gestire carte ed impianti. Però, la tecnologia ci ha dato un controllo maggiore sulla vacca. Una volta, se un animale stava male, spesso non ce ne accorgevamo per tempo, e magari era già troppo tardi per intervenire. Oggi, grazie ai sensori, abbiamo un monitoraggio costante che ci permette di avere un controllo estremamente preciso sulla salute dei capi.

Un’altra grande sfida, ma che ci ha portato enormi benefici, è stata l’adeguamento al benessere animale.

Se prima c’era il rischio di sovraffolla-mento o metodi che oggi considereremmo superati, ora le nostre vacche hanno molto più spazio. Abbiamo installato ventole, docce, abbeveratoi con acqua tiepida d’inverno, e questo ha un impatto diretto sul loro comfort. Il risultato è tangibile: c’è anche meno manodopera da parte dell’operatore, perché si interviene meno per i trattamenti. C’è più attenzione sull’animale che va a beneficio della produzione.Abbiamo adottato una profonda progettazione delle stalle. Abbiamo raddoppiato la superficie e dato il doppio dello spazio ai nostri animali. Questa scelta ha portato a dimezzare i trattamenti e gli interventi del veterinario. Di conseguenza, sono migliorate sia la qualità che la quantità del latte prodotto. È stato un investimento grande, certo, ma se ne trae beneficio a lungo termine, ed è un beneficio che si vede ogni giorno.

La nostra strada verso l’innovazione è stata un percorso fatto di tappe ben definite:

Nel 2015, appena sono entrato pienamente nell’attività, abbiamo investito nei collari per rilevare i calori e monitorare il benessere degli animali. Questi strumenti sono preziosi: segnalano lo stress in relazione alla ruminazione e ci permettono di prevenire problemi. La mattina, il computer segnala variazioni di dati su alcuni capi specifici, permettendoci di indagare subito se si tratta di una mastite o di un’indigestione, e di far intervenire il veterinario prima che sia troppo tardi. 

Nel 2019, abbiamo fatto un altro passo fondamentale, investendo nella struttura della stalla. L’obiettivo primario era semplicemente adattarsi alle crescenti necessità del benessere animale, ma questo ci ha permesso di aumentare esponenzialmente il numero di capi solo tramite la nostra rimonta interna, senza dover ricorrere ad acquisti esterni.

Nel 2021, abbiamo aggiunto la cucina per l’alimentazione robotizzata. Questa tecnologia ci ha dato la possibilità di fare fino a cinque razioni specifiche per ogni fase di crescita a differenza del carro tradizionale dove ne facevamo solo due. Ogni box ha ora la sua tipologia di razione dedicata, per un servizio costante nelle 24 ore effettuando da otto a dieci scarichi per box le vacche hanno sempre cibo fresco nella rastrelliera.

 

COM’È CAMBIATA LA QUOTIDIANITÀ IN RELAZIONE AGLI INVESTIMENTI?

L’introduzione della cucina robotizzata ha avuto un impatto enorme anche sulla nostra vita lavorativa. Questo sistema ci ha permesso di ottimizzare i tempi, perché l’unica mansione richiesta è il carico della cucina che viene effettuato nel pomeriggio del lunedì e del venerdì: siamo passati dalle tre ore al giorno, sette giorni su sette, alle tre ore il lunedì ed il venerdì. Abbiamo la possibilità di programmare le razioni di cibo da dare agli animali anche per il sabato e la domenica. Prima si iniziava alle 05:30 o alle 06:00 del mattino, mentre ora posso iniziare alle 08:15 la mattina, dopo essermi dedicato ai miei figli.

Ma la nostra attenzione all’innovazione non si ferma alla tecnologia in stalla. Una cosa che abbiamo sempre fatto, e che trovo estremamente giusta e innovativa, è il riutilizzo della parte solida del liquame. Abbiamo un separatore che ci permette di trattare il liquame: la parte solida viene poi riutilizzata nelle cuccette delle vacche senza trattamenti particolari né aggiunta di prodotti. Questo significa un notevole risparmio sull’acquisto di paglia o segatura, come facevamo in precedenza. È un sistema che, se ben gestito, assorbe tantissimo, mantenendo la lettiera ben asciutta. Le nostre vacche, infatti, stanno spesso sdraiate, a riprova della pulizia e dell’igiene nelle cuccette (e questo si riflette anche nei dati del latte). Il fatto di utilizzare questo prodotto non solo è sostenibile, ma ci evita di dover avere un capannone per stoccare la paglia e, soprattutto, di non doverla acquistare, il che non è cosa da poco.

Abbiamo anche un paddock dedicato per le vacche in asciutta, un ulteriore segno della nostra attenzione al loro benessere. E la cura dei dettagli non è cosa nuova per noi: già nell’85 avevamo la mentalità di mantenere un’igiene altissima, ad oggi abbiamo posto delle fasce in acciaio sotto il loro cibo per mantenerlo il più pulito possibile, ma già in passato nella corsia usavamo delle mattonelle per permettere un igiene distinta.

Per noi il supporto delle cooperative è fondamentale. Possiamo dire che il supporto tecnico della cooperativa è una certezza che ci aiuta nel quotidiano. Questo ci porta a credere profondamente nel sistema, in quanto non rappresenta solo un insieme di valori ma una garanzia di continuità, un pilastro su cui costruire il futuro della nostra azienda agricola.

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