di Lorenzo Zanchi – Dottore Magistrale in scienze agrarie
Nuovi modelli di consumo, effetti dei cambiamenti climatici e sviluppo tecnologico: questi i fattori che, secondo la prospettiva di medio termine (2035) elaborata dalla Commissione Europea, guideranno lo sviluppo del settore agroalimentare comunitario nel prossimo decennio.
TENDENZE MACRO E CONSUMI
In un contesto internazionale caratterizzato da una generale incertezza legata alle tensioni geopolitiche e commerciali, il percorso intrapreso dalla filiera agroalimentare europea verso la sostenibilità delle produzioni, dei consumi e verso la digitalizzazione delle operazioni produrrà effetti significativi per il futuro del settore.
In generale, le stime della Commissione indicano un rallentamento della crescita della produzione agricola comunitaria nel prossimo decennio, seppur con andamenti divergenti tra i diversi settori. Le preferenze dei consumatori, sempre più attenti a richiedere prodotti percepiti come meno impattanti in termini ambientali e più salutari, contribuiranno alla transizione verso sistemi produttivi ancora più sostenibili dal punto di vista ambientale e del benessere animale, ma allo stesso tempo in grado di soddisfare la domanda. Le stime, infatti, indicano la tenuta dei consumi di prodotti lattiero-caseari (+ 2 kg pro-capite entro il 2035), anche se con importanti variazioni interne alla categoria, intese a privilegiare formaggi e prodotti a basso contenuto di grassi e privi di lattosio, mentre prosegue il trend in calo della spesa di latte alimentare. La tendenza crescente ad adottare stili di vita più salutari porterà i cittadini europei a incrementare il consumo pro-capite di frutta, verdura e legumi, con conseguente riduzione prevista negli acquisti di prodotti a base di cereali.
SEMINATIVI
Riguardo i seminativi, si prevede che la diffusione di tecniche innovative sia sul piano agronomico che genetico porterà a un generale aumento delle rese a ettaro per le principali colture, in grado di compensare gli effetti di una contrazione stimata delle superfici coltivate, con una conseguente crescita complessiva della produzione comunitaria di cereali (+1,1% al 2025). In particolare, si prevede una ripresa delle produzioni comunitarie di mais, dopo i cali degli ultimi anni, per un raccolto complessivo di oltre 63 milioni di tonnellate, così come di grano duro e orzo, in controtendenza rispetto al grano tenero.
LATTIERO-CASEARIO
In termini produttivi, per la prima volta, le previsioni stimano un trend in calo della produzione di latte: la variazione è quasi impercettibile (-0,2%), ma rappresenta un segnale importante di cambio di tendenza. Saranno, in particolare, i grandi paesi produttori del Nord Europa come Danimarca, Belgio e Olanda a fare registrare maggiormente questi cali, a causa dei crescenti vincoli normativi in materia ambientale, per cambiamenti strutturali e in generale per cali del numero e delle consistenze degli allevamenti.
Riguardo i derivati, si prevede una crescita produttiva per formaggi, siero in polvere e burro (+0,3% annuo), a fronte di una riduzione della produzione di latte intero in polvere (-0,9% annuo) e di prodotti freschi, tra cui latte alimentare in calo nei consumi. La crescita nella produzione di formaggi è guidata dalla domanda in rialzo, sia sul mercato interno che sui mercati internazionali, sui quali si attende un aumento delle esportazioni del +0,8% medio annuo.
Allo stesso modo, le stime indicano una forte domanda per il siero, con i prodotti europei che registreranno un aumento medio delle vendite del +0,2% annuo nel prossimo decennio, mentre si registrerà un calo dell’export di latte intero in polvere, per effetto della minore competitività del prodotto europeo in un quadro internazionale di contrazione della domanda. In generale, nel futuro il settore lattiero-caseario europeo sarà sempre più orientato all’export di prodotti ad alto valore aggiunto, che porteranno a un aumento del +0,4% annuo del valore delle esportazioni tra il 2024 e il 2035, a fronte di un calo del -0,2% in termini di volume.
Infine, si prevede che i prezzi dei prodotti lattiero-caseari proseguano nella crescita, anche se a tassi più contenuti rispetto agli ultimi anni, per effetto di un rallentamento dell’inflazione. Il latte alla stalla manterrà una remunerazione al di sopra dei livelli pre-2022, anche se a livelli inferiori rispetto ai massimi storici raggiunti nel 2021-22. Tra i derivati, le stime indicano un aumento dei prezzi dei formaggi, sostenuto dalla forte domanda internazionale, mentre dovrebbe attenuarsi l’andamento del prezzo del burro, dopo la forte volatilità dell’ultimo periodo, anche per l’effetto competitivo di altri prodotti. Sostanzialmente stabile il prezzo del siero.
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