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Il tecnico informa:nuove strategie di diserbo del mais

Soil treatment with drugs. Application of herbicides. pesticides or fertilizers with the help of a tractor.di Davide Pedrini – Tecnico agronomo

La revoca di S-metolachlor, erbicida a prevalente attività graminicida con azione residuale, il cui impiego è terminato dallo scorso mese di luglio, costituisce sicuramente una importante criticità nel diserbo del mais. Visto che il principio attivo S-metolachlor assieme a terbutilazina ha rappresentato per anni l’abbinamento ideale nel diserbo del mais di
pre-emergenza per un controllo completo delle infestanti sul lungo periodo, essendo il primo un eccellente graminicida e il secondo un ottimo dicotiledonicida. 

Inoltre, dobbiamo ricordare che la terbutilazina può essere utilizzata almeno fino al 2027 con pesanti limitazioni d’impiego, essendo utilizzabile solo una volta ogni tre anni nello stesso appezzamento. Di conseguenza l’agricoltore può disporre di questa soluzione solo sul 30 % della superficie annuale coltivata a mais. Per contrastare acalifa e galinsoga, dunque, a seguito della revoca di S-metolachlor, alcuni maiscoltori potrebbero essere portati ad affidarsi ai soli diserbi di post emergenza. Tuttavia, questa non è la scelta migliore;
Anzi, ogni agricoltore deve valutare bene le condizioni del proprio campo, come ad esempio la tessitura del terreno e la tipologia di flora infestante presente nei propri appezzamenti in modo da attuare le corrette tecniche agronomiche per evitare l’insorgenza di popolazioni resistenti, come adottare ampie rotazioni, con il in modo da utilizzare erbicidi con differente meccanismo d’azione, o l’impiego della tecnica della falsa semina con l’utilizzo successivo di un erbicida non selettivo, come il glifosate.

Non utilizzare un pre-emergenza potrebbe portare all’insorgenza di una abbondante e disomogenea flora infestante difficilmente controllabile con dei post-emergenza, causando notevole competizione e cali produttivi. Difatti, le condizioni ambientali non sempre favorevoli e la finestra d’intervento talvolta ristretta possono complicare l’operatività di campo e a questo si deve aggiungere che i trattamenti di post emergenza possono non essere in grado di controllare tutte le infestanti presenti, in particolare quelle che hanno avuto tempo per svilupparsi.

Si deve dunque puntare ad una copertura di pre-emergenza e per scegliere quale soluzione tecnica adottare dobbiamo sapere che sul mercato ci sono ancora diverse molecole efficaci per il diserbo di pre-emergenza. Tra i prodotti residuali con azione prevalentemente graminicida troviamo sicuramente la petoxamide e la dimetenamide.
Due molecole che presentano una buona selettività nei confronti del mais ma una persistenza variabile in caso di piogge abbondanti. Questi due principi attivi potrete trovarli nelle commissionarie Carb con i nomi commerciali Koban 600 per la petoxamide e Spectrum/Encari per la dietanamide.

Un ottimo prodotto per controllare la sorghetta potrebbe essere l’isoxaflutolo, in grado di devitalizzare quella da seme e condizionare quella da rizoma, da debellare poi con un ritocco successivo in post-emergenza con delle solfuniluree. Solitamente quest’ultimo è associato al tiencarbazone metile, un prodotto della famiglia degli inibitori dell’Als che agisce sia contro alcune dicotiledoni che le principali graminacee.

Questi elencati fino ad ora sono tutti prodotti che hanno solo una marginale efficacia sulle foglie larghe e che dunque devono essere miscelati a prodotti dicotiledonicidi, come la  terbutilazina, che però risente della limitazione sopra descritta, mesotrione e/o clomazone, un trichettone e un ossazolidinone che hanno anche una buona attività graminicida su giavone, setaria e digitaria. 

L’unico grande problema sarà il controllo delle ciperacee, come il Cyperus esculentus, che veniva ben gestito da s-metolachlor interrato. In questo caso sarà opportuno gestire correttamente le lavorazioni del terreno ed utilizzare sull’infe-stante già sviluppata halosulfuron o metile bentazone per limitare e contrastare il propagarsi di questa infestante, che negli ultimi anni sta recando grossi disagi soprattutto nelle zone irrigate a scorrimento.

In definitiva, i mezzi per contrastare la perdita del s-metolachlor ci sono, e si consiglia all’agricoltore di  contattare il proprio tecnico di riferimento per effettuare le opportune valutazioni, tenendo presenti tutte le peculiarità aziendali, in modo da scegliere le migliori strategie da adottare.

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